lunedì 7 maggio 2007

la quiete dopo la tempesta

L'ultima permanenza del ranocchio nelle remote lande dell'insubria è stata causa di effetti perniciosi. Dopo stoica resistenza, anche le agguerrite falangi degli anticorpi siculi sono state costrette ad una ritirata strategica che ha lasciato campo libero ad un rotavirus più perfido della famigerata isola di albione. Febbre alta, occhio pallato e lingua felpata sono stati i primi sintomi dell'occupazione straniera; e non appena le bande antibiotiche partigiane hanno cominciato ad organizzare agguati alle colonne nemiche le rappresaglie non si sono fatte attendere. La recrudescenza del conflitto ha portato a violente emissioni da entrambe le estremità del tubo digerente, ma tutti gli idraulici cooptati sono stati individuati dai servizi segreti e deportati prima di poter prestare la loro opera. L'immancabile visita all'UTIN è stata interpretata dal feroce invasore come l'intenzione di stabilire un'alleanza strategica con una superpotenza amica, e la ritorsione si è subito scatenata. Il perfido virus ha abbandonato i rastrellamenti e le fucilazioni di massa di anticorpi per passare ad un metodo più subdolo ma non meno feroce: la vendetta trasversale. E' toccato così alla ranocchia madre cadere preda delle orde insubre, che hanno facilmente stroncato le sue armate immunitarie da sempre contraddistinte da equipaggiamento scadente, quadri di comando inadeguati e morale catastrofico. Per non allentare la presa nonostante l'attacco ad un nuovo territorio, il diabolico rotavirus ha comunque lasciato ad occuparsi del piccolo don le temute febbren ss, che hanno provveduto a fiaccare con l'aumento della temperatura fino a 39.5 gradi qualsiasi anelito libertario. L'immagine seguente mostra i due valorosi ma sfortunati all'apice della crisi.


Ma infine uno sbarco in forze degli eserciti dell'UTIN, col loro arsenale di flebloclisi di soluzione glucosata e salina, grazie anche al contrattacco improvviso lanciato da un corpo scelto di anticorpi nelle retrovie del nemico, ha portato ad una faticosa vittoria sulle forze del male, repentina nel caso del ranocchio e più lenta e sofferta per la regina delle ranocchie, teatro di una guerra civile che ha causato lunghi e ripetuti dolori di capo immuni agli interventi democratici dell'estremista nimesulide e del moderato aerosol.
Nel corso di pranzo domenicale a base di polpettine di puledro alla piastra con contorno di patatine (per la mamma) e di pappa con passato di verdure e omogeneizzato di agnello (per il piccolo) sono quindi stati sottoscritti i trattati bilaterali che hanno sancito la fine delle ostilità.
Le particelle virali superstiti sono state catturate e processate per direttissima; essendosi rifiutate fino all'ultimo di collaborare, sono state passate per le armi e seppellite in una fossa comune.

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