Stamatina niscii presto fora della casa, perchè a ritirare i sacchiteddi di mio figghio Riccadduzzo dovevo andare e il negozio indove li trovammo si attrova nella altra parte della citate. Mi misi nella machina, al negozio presto presto arrivai e trovai pure dove postiare senza diffoortà nessuna. Scesi, arrivai davanti al portone e suonai. Ma niente successe. Di nuovo suonai e nessuno rispose. Allora pensai: ma alla gentile signora che ci fece i sacchiteddi a mè figghio Riccarduzzo dove ci sciddicò il piede? Poi mi accorsi che c'era appinnuto un quadratino raccamato unni ci era scrivuto "torno subito". Allora mi misi tranquillo davanti alla porta e aspettai.
Aspettai un minuto, due minuti, cinque minuti, dieci minuti. E cominciai a pensare: ma questa fimmina sdisonorata unni minghia si nni potti iri? Se uno dice tonno subito, subito deve tonnare. Sennò uno deve scrivere tonno e basta, accussì uno svinturato non resta aspittannu, ma si menti u cori nella pace e se ne va a spirugghiarisi l'affariceddi sò. Oppure ci scrivi tonno ma non sacciu quannu, o macari fossi tonno ma tanto sicuro non sugnu. Se immece uno scrive tonno subito e subito non tonna, allora significa che è iarruso. E nel caso di specifica, trattandosi di donna di sesso femminile, viene a significare che inequivocabilmente bottana è. Anzi, bottana due volte, uno perchè fimmina e quindi bottana di natura e due perchè pigghia per il culo la gente onesta che deve andare a guadagnarsi il pane e se uno ci arrinesci tanticchia di fommaggio.
Addecisi comunque che aspettavo ancora qualche minuto, perchè quella bottana che aveva i sacchiteddi di mio figghio si doveva arricogghiere al pagghiaro per rapriri il negozio e buscarisi il suo pane. Poi però pensai che se una è bottana il pane col fommaggio e le alive e macari tanticchia di cipudda se lo guadagna con la professione sua e non con il negozio di cui ci ero rimasto parato davanti come un ammuccalapuni ad aspittari. E mi arricordai pure che quando andai a portargli i bigliettini da mettere dintra i sacchiteddi di mè figghio Riccadduzzo idda mi disse che ci abbisognavano una para di giorni; ma io vidi che ci aveva davanti il copputer pottatile e le figure che ci erano stampate non erano cose di travagghio ma catte di gioco. Ora dico, se una sta dintra al negozio suo e immece di travagghiare si mette appresso al gioco, questo viene a significare che non solo bottana, ma bottanissima è!
Appoi ci spiai ad un amico mè che di copputer ne accapisce assai: ma Billo Gatto, chissu della micro soff, ci misi il gioco della zicchinetta dintra al copputer? Ma comu, all'amico mè che avi un bar sutta l'acchi della marina ci fecero diecimila euri di verbale per un videopokker e a questo grannissimo iarruso ci fanno fare il gioco d'azzardo in tutto l'univesso criato senza manco ciatare? E come minghia funziona? Allora questo amico mè che di copputer ne accapisce assai mi disse che non è la zicchinetta ma il solitario, e io pensai: ma allora iarruso figghio di iarrusi e matre bottanissima che se la fa con gli scecchi pantillareschi è questo Billo Gatto! Il solitario uno se lo fa nel bagno suo bello ammucciato e con il giusto scantazzo di addivintari ceco, no che uno se lo può fare al copputer quanno ci pari e ci piaci esposto al pubblico ludibrio delle pissone che caminano per la strata. E quindi arrivai a concludere, e di supra non ci chiovi, che questa fimmina che non mi faci pigghiari i sacchiteddi di mè figghiu Riccadduzzo, che si faci il solitario davanti a tutti senza affruntarisi e che scrive che tonna subbito e appoi non si arricogghie più, bottanissima più della più bottana delle fimmine bottane che fanno di professione la bottana, è.
E doppo che conclusi questa granni virità mi impunii i corna e mi ni tunnai a la casicedda, che ammeno mè figghio Riccarduzzo tonno subito a suo patre non ce lo dice.
giovedì 22 marzo 2007
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1 commento:
Salutamu, Don Riccarduzzo.
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